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CASI
D’ OSTETRICIA NON COMUNI
RACCOLTI
DAL SIGNOR
VINCENZO MALACARNE
Inseriti nel Tomo XIII, della Società Italiana delle Scienza
IN MODENA MDCCCVL
PRESSO LA SOCIETÀ^ TIPOGRAilCA»
Con A^^rovciztotis .
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INTRODUZIONE.
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Ij esercizio dell’ Arte ostetricia per clii la coltiva è fecondo di
casi istruttivi; non di rado però ne presenta alcuni strani a segno
di nori sapere a qual partito egli abbia da appigliarsi per esser
alle femmine die gli offrono di qualche vantaggio. Di questi ul-
timi , se è cosa buona rendere partecipe il Pubblico , affinchè alP
occorrenza non ile restino sorpresi e angustiati ^ le donne e gli
attinenti , onde manchino di sollecitudine , e di docilità; ottima
cosa ella è poi , che i Raccoglitori , e le Comari ne siano infor-
mati per consultarsi a vicenda, per elegger que’ metodi , e sug-
gerir que’ mezzi , che la sperienza, fin qui muta in simili con-
giunture, à dimostrato efficaci , e che dalle circostanze meglio
ponderate vengono indicati .
Qui si offrono alcuni oggetti a considerare , ognun de’ quali
per r ostinazione , è la complicazion sua , merita particolar at-
tenzione per quello che sembra a me . La sola descrizione, loro
può farli conoscer possibili ; ma questo non basta a determinare
quanto sarà per giovare con la costanza desiderata nel timor del-
le recidive in malattie cosi gravi, e dolorose , quali furono le po-
clie qui registrate, se forse Tultima non ne va eccettuata . Conse-
guentemente la narrazione , che siegue , è diretta a’ Maestri , da’
j. qua-
4
quali se ne aspettano con premurosa confidenza ì canoni e le re-
gole più confacenti a farci ottenere in pari circostanze l’intento .
GASÒ PRIMO.
Frocìdenza di Vagina complicata con Ernia ìntestìnaìe »
I* Questa caso ci fu offerto da una Pnlcellà padovana di
ventiquattro anni, nubile , perchè da una Mammana erale stato
dichiarato che era inabile al matrimonio , e che maritandosi , e
; ingravidando per sua disgrazia, ne sarebi e morta ella e il frut-
to, atteso la gonfiezza crescente giada parecchi anni, che le avea
fatto vedere tra la natura , e V ano, che le impedìa qualche vol-
ta lo scarico del ventre , e tocagionava dolori colici con flatu-
lenze incomodissime . Dichiarazione eh’ io fui obbligato di con-
fermare quando ne venni consultato , perchè il funesto effetto
niinacciato dalla Mammana in risguardo al matrimonio avea puc
troppo avuto luogo in una bella Giovane pavese , morta nel puer-
perio L’anno 1790 in quello Spedale di S. ÌVlatteo , e che fu da
me sparata nel Teatro anatomico di quella Università, scuopren-
dovi le stesse alterazioni esteriori e interne , che ò riscontrato
qui nella donna vivente .
2. Cosa , che m’ avria recato stupore grande se in diverse al-
» tre occasioni osservato non^ avessi la natura nella produzione , e
nello sviluppo de’ fenomeni morbosi tener ben sovente lo stesso
andamento .
3 . Le fu da me suggerita una fasciatura sospensiva , perchè
nulla che non fosse per nuocere vidi che s’ avrebbe potuto in-
trodur nella vagina ingombrata nella sua parte inferior posterio-
re da un tumor irregolarmente globoso , che alla sera, stando la
donna in piedi era grosso conine il pugno , alla mattina dopo il ri-
poso della notte , e in letto, come un uovo , ma bislungo ; pro-
minente tondo nella vagina quanto nell’ intestino retto .
4 - Non la esplorai che due sole volte, e passarono diciotto
mesi senza eh’ io la vedessi mai più fino alla malattia biliosa, che
la
/
/
la trasse a morte. Al fin di questa fui chiamato affin eli suggerir
mezzi onde imporle i cliste^ri , che le erano lescritti , e provve-
^ dere a quel tumore , eh’ eia cresciuto assai più, fattosi perma-
nente 5 doloroso , e cagion di tenesmo, e di difficultà d’ orinare .
5 . Morì la infelice , e ottenni d’ aprirne il cadavere la sera
seguente 5 nel quale esteriormente osservammo L Un inzuppa-
mento considerabile in tutto F interior della vagina superficial-
mente infiammata e quasi livida . II. Infiammate e livide le nin-
fe , e la faccia interior delle labbra della vulva . III. Notabil-
mente goiafia e d’ un rosso intenso splendente la region del peri-
nèo., la parete posteriore della cavità delia vagina , dove non
apparian rugosità , nè fossa navicolare , nè forchetta , e donde
usciva un tumore alto due pollici. IV. Il pariete anterior del me-
desimo canale non era punto rugoso , uè avea più di due pollici
d’ altezza dal meato orinario esterno all’ orifizio dell’ utero e fa-
cea un piano continuato col labbro anterior di questo , sicché
V. Non pendea niente affatto del collo uterino nella parte ante-
rior della vagina . VI. L’ orificio dell’ utero co’ margini gonfi, tur-
gidi j pastosi , massimamente il |X)steriore , che discendea un pol-
lice e più libero nella vagina, era spinto innanzi sotto F arco del
pube del tumor già mentovato, di modo che deviava più d’uii
pollice dall’ asse verticale del picciolo pelvi, e si trovava così
presso alle labbra della vulva , che il dito esploratore non vi si
potea nascondere un terzo senza farvi contro luia violenza no-
tabile . I
6. La grossezza de’ margini dell’ orificio dell’ utero; la resi-
stenza, e il peso che , a spinger di basso in affo quel viscere , si
sentiva , m’ indussero a sospettar qualche vizio' nel corpo, o nelle
cavità del medesimo, e m’ ingannai perchè il vizio esistea nelle
aderenze .
7. Sparato il cadavere per osservar ciò che asrondeasi di
morboso nel catino, lo trovai occupato profondamente a tergo
dall’ ult ima piegatura del colon , e da molto maggior tratto di
quelle dell’ ileon , che usciano dalla vulva nel sacco fatto dalla
vagina procideiite .
/ Q
6
8. Il peritonèo dirimpetto alla sommità deir osso sacro die-
tro allenterò formava un vóto elittico di margine calloso , teso ,
di diametro traverso minor di due pollici , mentre il diretto dall’
utero all’ osso sacro era lungo quindici linee .
9. Estratte le circonvoluzioni suddette da tal vóto , sebbeii
restasse in quella fossa F intestino retto . quella parca la Locca
d’ un pozzo, e questa avea d’ ampiezza il doppio dellaLocca stes-
sa e quattro pollici crescenti di profondità .
10. Gli intestini cavati da quel pozzo aveano fta le circon-
voluzioni varie aderenze fatte da una specie di cotenna pleuriti-
ca assai tenace , die pareva antica ; nessuna però ne aveano col
peritonèo , da cui quello sfondo era tapezzato . Non contenevan
fuorché muco intestinale cenerognolo, e lastre irregolari , sottili,
larghe come F unghia del dito mignolo, di sostanza simile a cera
molle, o a sego condensato- Avean pure le tuniche assai più spes-
se che le porzioni superiori , e fuoii di quello sfondo .
1 1. La matrice di volume e di figura naturale era aderente
alla faccia posteriore della vescica per la superficie sua anteriore
quasi fin a livello della ernersion delie trorn])e Faloppiane . Nel
maneggiarla però, distraendola dalla vescica, cedette ahjuanto la
cotenna , e la cellulosa , che ne facea F unione . Era tre dita più
Lassa del sito suo'ordinario , e tre dita circa più vicina alla sinfisi
del pube , alla quale avea il fondo rivolto , dopo che dalla fossa
descritta n’ erano stati cavati gli intestini .
112,. La porzione anteriore dedigamenti larghi, di’ era stret-
tissima, non avea lasciato discendere la matrice più in Lasso, for-
se perchè vi si sarà opposta la vescica ; e lo stesso avran fatto i li-
gamenti rotondi anteriori, che quivi erano più robusti, e più
tesi dell’ ordinario -
1 3 . Credo però , che più di nulFaltro vi s’opponesse la mor-
bosa indissolubile aderenza contratta dal lato destro dell’ utero
con la tromba destra, eh’ era breve , di color rosso intenso , ade-
rentissima pure alF ovaja destra, e alle sostanze occupanti il Iato
destro antei iore dello stretto elittico del catino .
14. Per conservare intiera quella serie di morbosità non ò
vo-
T
voluto metter in libertà quell’ ovaja , che lasciai nascosta dalle
frangio , o digitazioni della tromba , eh’ era poco sinuosa, gonfia',
attaccata a un rimasuglio del ligarnento largo di quel lato .
i 5 . La tromba sinistra più lunga tre volte dell’ altra , pure
non arrivava all’ estension ordinaria di que’ canali nelle femmi-
ne ben organizzate^. Descritta una curva verso quel lato , sempre
più bassa del solito , giungea con le lunghe numerose sue fimbrie
all’ovaja sinistra di grossezza , figura , e color naturale ; la su-
perficie però n’ era ghermita di tubercoletti disuguali , alcuni
pieni di linfa trasparente ^ altri biancastri , duri come granelli
glandulosi , ed altri duri come briciole di cemento , simili a que’
corpi , che abbiamo rappresentato noi nella Fig. Ili Tav. II dell’
Auctarìiirn Observationum , &. Iconum ad Osteolo^ìam ,
O st.eopathologìam = lìti. O = Fatavìi BIDCCCI in 8° .
16. Le fimbrie della tromba, che descriviamo , erano afiat-
to simili alla dà noi citata, e a quella, che il cel. GIO. DOME-
KiCO SANTORINI à dato nella Tav. HI annessa alle eccellenti
sue Osservazioni Anatomiche^ fig' III, dove sono anclie sparsi
varj di que’ corpicciuoli , che nella nostra incontrammo , la qua-
le si ripiegava poi indietro e in giù verticalmente col suo padi-
glione fimbriato per cuoprir affatto F ovaja , ma liberamente sì
che se ne poteva a bell’ agio djscuoprire »
1 7. Mancava tutta la porzion posteriore de’ ligamenti lar-
ghi , e mancavano i rotondi e gli arcati o semilunari posteriori >
che probabilmente furono annientati nel cedere il luogo alle cir-
convoluzioni slegate delle intestina ; le quali a poco a poco , fa-
vorite dalle morbose aderenze dell’ utero contratte al davanti, si
portarono fra questo , e F intestino retto , fra la vagina , e ’l pe-
rinèo a produrvi quella tumefazione , che avevamo trovato nella
vivente in tuttettrè le medesime parti , e pendente fuor della
vagina .
18. Nel rimanente dell’ abdomine osservammo l’omento
giallo; colore, diesi era propagato sulla faccia anterior del ven-
tricolo disteso da’ flati : i vasi gastro-epiploici pieni di sangue del
color del fegato ; la milza picciolissima , triangolare : la vescica
del
8
del fiele non piena , pendente dal fegato naturale., colorita dì
giallo verdastro : gli intestini paUido-giiiUi , pieni d’aria : rnolt’
aequa gialla sparsa pel sacco del peritonèo , che corse a empier
la fossa donde avevamo cavato gli intestini procidenti : poehissi-
ina orina nella vescica .
19. Dall’ esame descrittosi venne in cognizione che quella
Pulcelia avea nel suo catino quattro principali sconcerti morbosi,
cadaun cle’quali bastava per renderne, o inutile, o pericolosa la
copula col masebio .
I . L’ ernia intestinale nella vagina proeidente, al perinèo ,
e fuor della vulva .
II . La mancanza dei labbro anteriore dell’ orifìcio della ma-
trice 5 e la somma obbliquità di questo in avanti, e a sinistra .
III. Le aderenze morbose del corpo della matrice , e la sua
oLbliqnità destra . )
IV. La brevità, le morbose aderenze, eia cecità della trom-
ba Faloppiana destra .
Quindi si trarranno agevolmente da’Pratìci, siano Cbirorgbi ,
siano Raccoglitori , e dalle Mammane molti eoroliari importanti
relativi alla cura , e alla pieservazione dalle procideuze e dalle
dàlie , non meno che alla esplorazione , al giudizio dell’ abilità
al matrimonio , e a’ soccorsi, che nella gravidanza , iiell’ aborto,
o nel parto maturo la donna in tali circostanze potrebbe aspet-
tare .
2,0. Intanto si eccitala penetrazion de’ Maestri a iinmagi-
iiare, e a suggerire i mezzi da reprimere fin da principio , e da
frenare quando si rende più voluminosa 1’ ernia discendente nel-
le femmine versoi! perinèo , distendente , e deprimente la vagi-
na fino a cagionar la procidenza della medesima, oltre all’ingom-
bro tormentoso , e ioeomodo per le necessarie evacuazioni dell’
uretra , e delP intestino retto da tal ernia , compressi ed angu-
stiati
CA-
9
GASOSEGONDO
Abbassamento d'utero alternante si con enorme sjìancamento
dell’ intestino retto p e delle ultime piegature del colon*
1 . 11 Soggetto , che dà luogo a questa osservazione d’ una
malattia grave, tormentosa , complicata, fu dalla più giovenile
età avvezzo a trattenere volontariamente le feci per tratti lunghis-
simi di tempi, e a soffrirne tormini, coliche, tenesmi, flatulenze^
e mille altri guai . Ciò non impedì che si maritasse , e avesse tre
figli prosperosi , viventi al dì d’oggi nella più florida sanità, e
altri , che perdette immaturi , avendo adesso ventott’ anni .
Non toccheremo relativamente a questa Gentildonna fuor-
ché ciò, di cui ci siamo personalmente informati da Lei, e dal
suo Consorte , nel corso di sei mesi , che abbiamo tentato di libe-
rarla dalle croniche sue molestie, o almen di recarle qualche sol-
lievo, sebbene indarno .
3. Un corpo lindo , e asciutto , piuttosto alto; un viso di bel
colorito, ma facile a tingersi in pallor di latte, e altre volte in
giallo, specialmente al collo; un occhio azzurro, brillante, facile a
' illanguidire; un’anima colpita da si lunghe pene, angustiata dalla
difficoltà di scuoprirne la sede, e le cagioni , inquietata dal pen-
sier di (ffiverne essere perpetuo bersaglio : ma una condizion agia-
ta, una libertà pienissima ai Medici?, e a Chirurghi d’ esaminare,
di consultare, di suggerire, e docilità, e prontezza vei ainente rara
nell’ Inferma, e ne’domestici a eseguir quanto le venia prescritto.
Ecco circostanze di qualche valore perchè s’ avesse a sperar con
qualche fondamento d’ ottener buon esito da una cura, cui sia in
poter degli artefici di condurre a buon fine. Circostanze nondi-
meno, che poco influirono al miglioramento d’ una Persona ben
degna di sorte migliore in fatto di salute, per quanto io ebbi mo-
tivo d’ esperimentare .
4- Soleva la Signora , dopo la stitichezza di più giorni, pro-
vare un senso di tensione in tutta la parte superior posteriore del
B ca-
IO
catino, e alla base della colonna vertebrale : gonfiamento arioso
in tutto il ventre, che le si rendeva acuminato al bellico, e al
pettignone: peso nella vagina: distrazione alle labbra della vul-
va come se la matrice dovesse uscirne , e stiramento doloroso alle
anguinaja .
5 . Se veniva esplorata in piede , o caricata sul dorso, trova-
vasi immediatamente nella fossa navicolare il collo delfaitero, di
cui sentiasi turgido^ acciaccato, compresso , allargato il corpo , e
sopra al medesimo un globo considerabile di materie raccolte nel-
le ultime piegature dell’ intestino colon .
6. Il dito introdotto nell’ ano ancor non trovava ingombro,
sicché potea portarsene la punta fino al sito corrispondente a
quel globo, e calcolarne il volume della estensione , e la massa
del peso, ma non distinguerne la sostanza perchè sembrava soste-
nuto da una valvula .
7. In tal caso principiavano stiramenti dolorosi a’ lombi,
alle anche , difficoltà d’ orinare, e ciò che ne usciva era biliosis-
simo di colore, e presto depositava un moccio slegato, molle, ten-
dente al biancastro misto di laterizio .
8. E mi piacque il fenomeno di cui m’ istruì col fatto lo Spe-
so dell’ Inferma, uomo osservatore scrupolosissimo di quanto ris-
guarda la salute della medesima. Quando l’orina avea fatto l’ac-
cennata deposizione, mettea il bicchier sulle ceneri calde, e in
pochi minuti, sparito il sedimento, l’orina riacquistava il colore,
e la pellucidità primiera. Raffreddatasi a poco a poco, il sedimen-
to, e il torbido tornava come prima, e potea di nuovo fai si scom-
parire riapplicandola al calore del fuoco. Ma torniamo a’ disordi-
ni organici .
9. Dieci o dodici ore dopo, a forza di doglie, di coliche , di
premiti , di contorcimenti universali , cominciando a calare gli
escrementi nell’ intestino retto , prima che arrivassero all’ ano,
vi si accumulavano in masse grossissime; e allora cedeano gli sti-
ramenti e i dolori a’ lombi, alle anche , e a’ lati dell’osso sacro,
perchè ingrossandosi l’intestino suddetto a spese delle gonfie fles-
suosità del colon diminuiva il peso di queste sopra l’utero, il quale
ve-
Il
venia rialzato più dalla gonfiezza del retto, che occupava tutto il
voto infeiior delia vagina come un cilindro lungo sei , sette pol-
lici , grosso più del pugno, die dalla elasticità de’ ligamenti an-
teriori, c posteriori . Quindi cessavano pure i dolori distrattivi
tormentosissimi , che prima si soifrivano alla anguinajaj tali, che
la Inferma temeva a ogni tratto di farsi erniosa .
10. Esplorandola in tal circostanza, il dito incontrava nella
vagina il tumore dell’ intestino retto pieno di duri escrementi, e
dovea superarne la maggior elevazione per toccar in avanti, e in
alto contro ì’ arco del pube 1 ’ orificio dell’ utero, che sentiasi più
mobile, più molle, men pesante, nè tanto schiacciato nel suo cor-
po dall’ alto al basso .
1 1 . Non parrebb’ egli , che se 1 ’ Inferma avesse evacuato
que’ scibali che ingombravano il retto, sì spontaneamente cogli
sforzi, ch’eraao sempre indispensabili, lunghi, dolorosi, come co’
divmrsi riraedj d’ ogni specie , lenitivi , oliosi purgativi, drasti-
ci , che or un tempo, or un altro, fu consigliata di prendere per
bocca; con l’ incredibile diversità di cristei, che le vennero sug-
geriti e applicati ; non sembra egli , che avria dovuto sentirsi im-
mediatamente sollevata? .... Eppur tutto era all’^ opposto! Tol-
to via il globo o cilindro stercoraceo, ch’empieva T intestino ret-
to, per mezzo di tale stentata evacuazione procurata anche in
più volte con ripetuti sottrattivi, risvegliavansi termini, flatulen-
ze , gonfiezze stravaganti nell’ abdomine; ricadendo Tutero nel-
la escavazione del catino , e gravitando sulla fossa navicolare ,
tornavano in iscena gli stiramenti, i dolori a’ lombi e alia angui-
naja : era costretta di rannicchiarsi camminando con le coscie
strette, o di starsene sedendo con le coscie piegate. Le pareva che
uscisse a soffj moit’aria dalla vagina, il che sarà stato purtroppo;
e teneva ogni momento una vera procìdenza di vagina e d’utero,
anzi una eventrazione .
12.. Ciò costantemente osservato dal Chirurgo va-ente che
la assisteva, determinò d’ applicarle un pessario, che tenuto ap-
pena poche ore a varie riprese dalla docile Inferma, tali dolori e
irritamenti ne insorsero, interessanti tutte le viscere del catino ,
B 2 e la
e la vescica , e V ano , che sì dovette assolutamente abbando-
narlo r
1 3 . Proposi io stesso 5 e feci costruire una specie di sospen-
sorio a catenelle elastiche , adattabile con alcune pezzuole alla
vulva chiusa, per impedir la procidenza minacciata , e calmar le
inquietudini di quello spirito angustiato; e nemmeno questo rie-
sci soffri bile .
14. S’ impiegarono tutte le nostre cognizioni dietetiche , e
farmaceutiche per dare a quell’ alvo maggior lubricità j, agli
escrementi minor tenacità e durezza, agli intestini moto peristal-
tico più regolare e universale; e talvolta riesci di conciliarle calma
consolante per giorni , e per settimane : poi tutto a un tratto quel-
lo che pareva nato fatto per guarirla diventava indifferente , c
nel progresso del tempo, dannoso’. Tale fu la sorte de/ Fanghi
termali di Battaja, che al principio operarono come una vera pa-
nacèa calmandone miracolosamente i più molesti e ostinati sin-
tomi ; successivamente , messasi al temporalesco e al freddo la
stagione, riescirono insopportabili ,
1 5 . Ciò che più frequentemente giovò, ripigliandone tratto
tratto 1’ uso, e alternativamente abbandonandolo, fu lo sciroppo
di fiori di persico in clistere , e i’ uso delle pillole aloetiche dette
di S. Fosca ^ celebri per la facoltà loro blandamente purgativa, in
Venezia e fuori .
16. Parve che giovasse ultimamente la dieta lattea congiun-
ta con erbaggi e frutti gratissimi al palato dellTnferma; e di que-
sta dieta mi parve soddisfattissima P ultima volta, al fin d’agosto
di quest’ anno, che la visitai. Non ò per altro il conforto di udir
che si trovi libera da così lunga e penosa infermità .
17. Mirabil cosa parve a chi la assisteva, e alla Inferma
stessa, l’assorbimento che la vagina e V utero suo facevano , e
fanno tuttavia , della maggioi- parte de’ liquori emollienti , ano-
dini, oliosi , giulebbati , che alternativamente le si schizzettano
perla vulva quando è più molestata da dolori, calori , irritazioni
in quelle parti . Si colloca Ella di maniera co’ lombi bassi, le co-
scie e i ginocchi elevati, tenendo un coscino sotto 1’ osso sacro ,
che
iS
che il fondo della vagina resta più Basso della vulva . In tal situa-
zione riceve per mezzo dello schizzatojo tre, quattr’ oneie deli’
uno o dell' altro di simili liquori : e allor che si alza dopo mezz’
oretta di quiete , poco o nulla talvolta ne sente o ne vede uscire ;
nè picciolo vantaggio assicura d’ aver sovente ricavato da tali in-
iezioni ripetute .
IO. 11 fatto da me veduto è fuor d’ ogni dubbio ; ma benché
non ne fossi qui stato testimonio, alcuna difìicultà non avrei a cre-
derlo come quegli, che in altra giovane nubile ò osservato una
cosa affatto somigliante, e ne ò dato notizia nelle mie Lezioni so-
pra ì sistemi esistenti nelV economia animale : e so per esperienza
quanto s’ accresce la facoltà de’ vasi assorbenti delle parti genita-
li , e delle interiori della bocca , e clelf ano , ne’ casi d’ infiam-
mazione, e di eretismo .
19. Notabil è, che non ostante guai e tormenti e disordh
ni così ostinati nel catino; alzamenti , abbassamenti della matri-
ce ; meteorismi, doglie, gonfiamenti di ventre; spossamenti, di-
latazioni enormi del colon , e del retto; la mesttuazione succede
regolare e sufficiente , e la matrice ora in istato d’ infiammazione
in tutto il suo corpo; or dura, tesa, gonfia a’iabbri delForifizio; or
con tubercoli crescenti , minorantisi attorno al muso di tinca ;
ripiglia il' suo volume, figura , e liscio naturale , nè dà che pochi
fiori bianchi d indole non cattiva .
2,0. Si à proposto- dal suo Chirurgo, che si esponesse a una
nuova gravidanza sperando , per via del cangiamento quasi unh
versale di ciò che contiensi in quel basso ventre di ottenerlo
tale, che il circolo vizioso, in cui consiste la malattia , venga fì-
nàlmente corretto . Però avendo Ella già partorito più volte ed
abortito, com’ è stato detto di sopra; nè la desiderata mutazione
seridone succeduta, io non ebbi coraggio di lusingarmi con fon-
damento che la gestazione, il parto, il posparto, abbiano da pro-
durre sì consolante effetto in una Persona , eh’ è delia malattia
descritta inveterato bersaglio .
21. Resta alla perizia de’ Medici, e de’ Chirurghi nostri Con-
fratelli più illuminati aperto un vasto campo alle prudenti rifles-
sio-
sioiii loro per investigar quale specie di medicatura più efficace
delle diverse intraprese da noi , sarebbe mai per convenire nel
caso nostro , e in altri simili:
1 Per ristabilirei! moto peristaltico illanguidito dell’ inte-
stino colon ;
2. * Per restituir a’ pareti di questo, e del retto il tuono , la
contrattilità :
3. ° Per rinforzare i ligamenti della matrice rilassati , onde
questa non più costretta dalla massa degli escrementi, accumula-
tisi nelle ulteriori piegature del colon, a precipitar nell’ escava-
zioné, sostener si possa almeno nello stretto superior del catino :
Finalmente per dare e mantenere alle materie intestina-
li una mollezza ; una lubiicità sufficiente ad ottener una cotidia-
iia evacuazione senza detrimento della cliiiilicazionc , e della nu-
trizione di simili macchine robuste nella loio delicatezza .
CASO TERZO
Triplice Aborto predisposto da replicati spaventi , determinato
poi da violento accesso di bile .
I . La Signora A ... M ... di questa Città di Padova, abitan-
te nella contiada di S. Urbano, d’ anni trentassei , gracile di co-
stituzione , ma facile a impinguare specialmente nelle gravidan-
ze, per le quali era già madre di due femmine e d’ un mascliio
vivacissimi , allattati da Lei ; di temperamento bilioso ; trovava-
si incinta da due mesi e mezzo la notte dalli 14 alla mattina delli
i5 Agosto deir anno corrente i8o5, che fu burrascosissima con
venti impetuosi^ lampi continui abbaglianti, tuoni rumorosi,
e fragorosissime saette . A ciò s’ aggiunse l’ incendio di casa Con-
ti , per cui suonarono le campane a martello , e i tamburi si fe-
cero per ogni strada lungo tempo sentire. Cose tutte, che cagio-
narono spaventi, e commozioni ripetute alla paurosa signora,
desolata a ogni minaccia di temporale: ciò nulla ostante si alzò per
tempo , e attese , com’ è solita , agli affari domestici , e alla cura
sollecita della da Lei amatissima famiglia . a.
' .a.. Fu quel giorno malinconica; ma ne"" seguenti sentissi
star meglio ; quando la mattina delli 19 dello stesso mese , per
inavvertenza d’ una Persona a Lei attinente^ essendole stata mo-
strata poca attenzione in cosa , che in altre circostanze le saria
stata affatto indifferente, provò un così fiero tumulto interno alT
istante, con tale biìioso trasporto, che, sebben facesse ogni sforzo
per frenarlo, gli Astanti se ne avvidero. Vollero rimediarvi usan-
dole con disinvoltura ogni cortesia; ma il mal era fatto e irrime-
diabile; perciocché immediatamente dopo quel tumulto, o spasmo
di viscere , sentissi a sgorgare dalla vulva una quantità d’acqua,
la quale ben conobb’ Ella non essere orina per la copia uscitane
tutt’ a un tratto , perché uscì involontariamente e senza slancio
alcuno, senza prurito, in somma non al modo, nè dalle vie in-
terne ordinarie .
3 . Quel depluvio, distratta come era dalla bile, non la spa-
ventò punto allora; ma siccome si rinnovò più volte nella gior-
nata stessa, così la passò tristissima , e s’accrebbe la di Lei in-
quietudine alle ventiquattr’ore, che si sentì sorpresa da emorragìa
uterina con doglie affianchi, alle anguinaja, e alfosso sacro. Non
ne fece però cenno perchè non era impetuosa, e non calcolò pun-
to un grosso grumo di sangue che con premiti e doglie maggio-
ri evacuò, perchè avea fitto neU’anirno di non esser gravida, sic-
ché lasciò ignorare anche a’ domestici quel che le era accaduto,
supponendolo la mestruazione un po più abbondante, perchè più
di due mesi ritardata .
4 . Messasi a letto s’addormentò, e passò quella notte tran-
quilla: però alle ore sei mattutine delli 2,0 risvegliaronsi le doglie,
e r emorragìa , per la quale chiedette soccorso , e le si prestò sol-
lecitam'e«t^ dalia Comare , e da me, con tutti que’ mezzi , che si
sogliono impiegare ne’casi d’ aborto imminente, perche non ave-
vamo notizia , che le acque si fossero già evacuate , e nel grumo
uscito la sera precedente , disperso il Feto .
5. Ottenemmo che V emorragìa si rendesse discretissima ; e
tale continuò il di ai, in cui Lorificio dell’utero, esplorato da me,
trovossi rivolto addietro sopra allo stretto superiore , e molle , e
socch,iuso , e la vagina sgombra . 6.
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J
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6- La notte fu quieta, e alle nove mattutine delll 2*2, con po-
di issi ino spurgo sanguigno , dopo d’ essersi messa per evacuar le
orine, si sgravò senza doglie d’ un corpo grosso come un uovo di
dindia , benché i( sendo scoppiato trentasei ore prima, come ab-
biamo saputo dipoi,, e ò già accennato ) ne fosse uscita dalla na-
tura la Idramnios , e successivamente in qnel grumo, che ab-
biam detto j anche il Feto .
7. Poco prima delle ore nove suddette io avea visitato l’In-
ferma, e trovatala tranquilla, raccomandandola alla Comare, era
uscito dalla Città per alfare premuroso di professione, che mi
tenne occupato sino alle cinque della sera: onde al mio ritorno
la trovai sgravata con ispurgo sanguigno conveniente, senz’alte-
razione di polso, tranne la debolezza . Allora mi fu dalla Mam-
mana presentato F uovo membranoso rovesciato in modo che
r amnios liscia e robusta era esteriore , la jrlacenta fioccosa v’era
dentro rinchiusa . Riconobbi agevolmente il sito a cui era stato
appeso il Feto da un rimasuglio di tralcio umbilicale, lungo sei li-
nee, piatto, spesso, grosso come il ceppo appiattito d’ una pen-
na di corvo 5 bianco sudicio come la retina degli occhi , polpo-
so, assai robusto . Ma il Feto non v’ esisteva piùj nè perquanto Io
cercassimo, fu possibile di ritrovarlo, i pannilini più imbrattati
di sangue essendo già stati dati a lavare .
8. Riducendo nel suo sito interior naturale ramnios per mi-
surarne la capacità con empierla d’ acqua , vedemmo che in una
porzion dell’uovo membranosa vasculare ancor chiusa, tumida,
ovale, grossa come una noce mediocre, fuori di quelFamuios,
ondeggiava molta linfa limpida, e nuotava un corpicciuolo hiaii-
castio grosso quant’ è il nocciuolo d’ una oliva , che giudicammo
un altro feto ; nè c’ ingannammo . , ,,
9. Aperta quella trasparente vescica , l ’ Idramnìos ne sgor-
gò , e vi rimase dentro a nudo un feto bianchissimo , che pendea
da queir amnios mediante una falda di sostanza bianca, arren-
devole , elastica , larga due linee, cioè quant’ era lungo il ventre
del feto , lunga cinque linee , priva d’ ogni vestigio di vaso san-
guigno.
IO.
IO. Polposa , come suol essere la sostanza midollare del cer-
vello; ma non attaccaticcia, appunto com’era tutta la superficie
del feto , avea larghezza maggiore nell’ emersione dall’ abdomi-
ne , di cui sembrava un prolungamento^ che neU’ immersione
nell’ amnios : ed era al(juanto più sottile nel mezzo della sua
lunghézza .
1 1 . Il picciol feto lungo quattro linee e mezzo, tondeggian-
te, era collocato sul fianco sinistro, e in profilo presentava roz-
zamente i lineamenti del viso. Il naso n’è breve, acutissimo, co-
me anche il mento, fra i quali una fessura appena discernibile
indica la larga bocca, che à per confine le molli pieciolissime
orecchie . Un punto azzurro eminente un po più alto del naso,
mostra r occhio . Il collo è manifesto perla sua gracilità. Del
braccio destro,, e delle gambe, appena si ravvisano i rudimenti in
altrettanti prolungamenti informi. Tutto il corpiceiuolo è piega-
to in arco , formandone la convessità il capo e il dorso ; la conca-
vità è fatta dalla faccia , dal petto, e dal ventre, che, come dice-
vamo , parca prolungarsi per fare il grosso tralcio umbilicale .
la. iNel sollevar quell’embrione per esaminarne il fianco si-
nistro scuoprimmo un altro uovicino candidissimo, simile in gran-
dezza alla lente cristallina umana, dove fra le trasparenti mem-
brane si scorgeva un embrioncino piegato in arco , un’estremità
del quale era già grossa quanto il pomolo d’un ago minimo ^
e 1’ altra finiva in punta, sicché diventava quasi diafana .
i3. Dal centro della concavità di questo candid’ arco si al-
lungava un fasciolino di sostanza più cenerognola, senza vestigio
di vasi rossi, molle, lungo mezza linea, largo a vista un quarto di
meno .
i4* Cotesto altr’ uovo sta immerso tra i fiocchi vasculosi co-
muni alle due placente, proprio nel sito , in cui le medesime si
confondono visibilmente . Ha aderenza con amendue le corion
maggiori per via d’ un muco tenace , trasparente; e ad amendue
le placente suddette per mezzo di fiocchi rossigni , rari, facili a
sterparsi piuttosto da quelle, che dalla sua corion : a cui restando
G af-
affissi aggomltoiansi ^ e perdono il color rosso, che aveaiio mentr’
erano abbarbicati fra i fìocchi delle piacente masfgiori .
1 5 . Di queste la principale, unita con Tamnios e la corion,
cìiiudea una cavità lunga circa tre pollici, di cui la larghezza
non è più misurabile.
16. La mezzana, di cui ò potuto prender le dimensioni , era
lunga un pollice, e tre linee, con sette lince di diametro minore .
Della più picciola si capisce l’estensione , c la capacità da quanto
ne abbiamo detto .
j 7. Anche in cpiesto caso potrebb’ esercitarsi F ingegno , se
non de’ Raccoglitori, e de’ Medici, che sanno a un di presso met-
tere in esecuzione quello, di cui abbisogna la donna in procinto
così manifesto di abortire, almeno de’ Fisiologi per ispiegar i
tenomeni delli tre feti avviluppati insieme in una massa sola ,
benché in tre celle distinte contenuti, di volume, e di grossezza
tanto disuguali . Perciocché F involucro esteriore generale delF
uovo era uniforme, e pareva unico, mentre che gli altri due na-
scosti nelja placenta propriamente detta di quella , aveano pure,
cadauno sulla propria corion, la piacentina che loro apparteneva,
distinguibile dalla principale in cui si vedeano inestricabilmente
innestate . •
18. Anzi il più picciolo degli uovi era innestato con la sua
microscopica nelle placente d’ amendue gli altri, e tanto intima-
mente, che se non avessimo sollevato il feto mezzano ( 1 a),q)roba-
bilmente non avremmo scoperto il più picciolo.
19. Io presento alle considerazioni di chi sa F oggetto com-
plicato sotto i punti di vista che mi sembrano più luminosi; e
contento d’aver veduto e descritto, aspetto con ansietà da loro
la spiegazion del fenomeno : perciocché la maniera in cui soiio in-
sieme congegnati gli uovi , e confuse insieme le placente maggio-
ri , poi fra F una e l’altra interiormente innicchiata la terza ,
eh’ è la minima, escludon ogni sospetto di superfetazione ; per-
chè questa certamente non potrà mai dar luogo a una compene-
trazione di simil natura .
ao. Da un altro canto la disuguaglianza degli uovi nel volu-
me.
iq
me, e l’ ineguale sviloppamento de’ feti potrebbero far pender
la bilancia in favor di coloro, che avessero pur qualche propen-
sion ad ammetterla .
ai. Sennonché si potria supporre, cheli primo degli uovi,
(7) arrestatosi nell’utero in parte meglio disposta a riceverne le
radici delia placenta e a somministrar il sugo necessario per l’ au-
mento di cpiesta e del feto, questo ne avrà potuto profittare dì
più. Il secondo (8) men favorevolmente collocatone profittò mol-
to meno; tuttavia si nutiì, c il feto prese, ancorché lentamente,
pure una sufficiente crescenza, e la forma imperfetta, che vi rav-
visiamo »
22. Ma il terzo uovicino (12) che si trovò immerso nelle mu-
cosità delia matrice fra le batlre de’ due precedenti , e nella im-
possibilità di trarre immediatamente dalla medesima i sugìii ne-
cessari, ebbe ciò nulla di meno tanto di vigore da gettar le sue
radici fra le barbe suddette, d’ innestarvisi , e di vegetare parasi-
ticamente , traendone pur qualche alimento, ma così tenue , c
scarso , che lo sviluppo imperfettissimo n’ è riescito in due mesi
e mezzo quasi impercettibile .
28. Farmi da non dubitar punto che cotesti uovi s’ abbiano
reciprocamente pregiudicato ; e che la triplice azion loro in co-
testa Donna delicata possa avere illanguidito le aderenze delli
due principali uovi alla matrice . Allora non riescirà difficile ca-
pire come le due cagioni { i e 2 ) succedutesi di spavento pro-
lungato, raoltiplice , e d’ impeto violento di bile, abbiano, la pri-
ma , indebolito F azion de’ nervi, e conseguentemente la muscu-
lare e la vascolare della matrice : la seconda, eccitato un subito
spasjmo , da cui spinta quantità maggiore; di sangue nella mede-
sima viscera indebolita, e messane in fortissima contrazione la
sostanza rnusculare , F uovo maggiore ne sia stato rotto (2) , e
sciolte per lo diminuito volume del medesimo le aderenze della
placenta , ne nacqée F emorragia ( 3 ) , che accompagnò l’aborto
del primo feto , e predispose cjuello degli altri due .
24 - Ma riescirà sterile questa spiegazione se non se ne de-
durranno i corollari pratici ostetricj ; I.° di corroborar le forze vi-
G 2 ta-
tali dallo spavento illanguidite nel primo caso , dove si tratti di
gravida gracile, e già debole per se stessa : al che contribuisco-
no le calde infusioni de’ bori di camomilla, o delle foglie di me-
lissa, o il caffè, il brodo buono, caldo, lo stesso vino generoso.
Il.° Di aprir la vena della mano nelle pletoriche robuste ,e gio-
vani, e nel dar loro a riprese, o l’infusion de’ fiori di malva, o di
viola , o il brodo, tiepidi . III.® JNel secondo caso il riposo nel
letto, la dieta, i brodi tiepidi, le emulsioni tiepide d’ acqua di-
stillata, di lattuca o d’ endivia , con qualche scrupolo di gomma
arabica . IV.® Se poi le membrane sono già squarciate , e sgorga-
ta la idramnios , di aspettar che si compisca pacificamente , e
senza ruinose emorragie , promosse e fomentate da inutili tenta-
tivi , r inevitabile aborto .
CASO QUARTO.
Otturamento perfetto della Vagina .
T. Sono ormai nove anni , che descrivendo io la Histerosfe-
nigrochoria osservata nello Spedale di questa Città di Padova, fe-
ci menzione del perfetto otturamento dell’ orifizio dell’ utero, e
dell’ abolizion totale de’ labbri di quest’ organo in una Donna
afflitta da irreducibile procidenza del medesimo , e della vagi-
na : notizie stampate dal celebre Professor LUIGI VALERI ANO
BRERA Medico e Chirurgo laborioso e felice, altrettanto, quan-
to ingegnoso e dotto , ne’ Commentar] Medici dell’ anno 1798
in Pavia, Deca I , Tom. II , a pag. 46? e 57, e segg. Ora mi occor-
re d’ accennare un assoluto otturamento della vagina , due polli-
ci e mezzo distante dall’ apertura della vulva , che ini si offri all*
esame nel mese di giugno di quest’ anno i 8 o 5 .
a. La robusta, benissimo fatta , Figlia d’ un Fruttajuoloè da-
ta in moglie parecchi anni fa a un Pescatore , il quale trovato
certi impedimenti al compimento dell’ atto conjugale , s’annója
della Sposa, cerca altri pretesti, e l’abbandona. I Parenti di Co-
stei Cicdono sulle di lei relazioni, che le sia stato comunicato
ai
qualche cosa dì celtico , la mettono nelle mani d^ un Chirurgo
vulgare , che la tratta il ciel sa come ; intanto passano quattro o
cinque anni .
3. S’ incontrano di nuovo gli Sposi , si aggiustano , e ritor-
nano insieme : ma il marito incontrate le medesime difficultà ,
dopo vari tentativi , nulla impedendo V ingresso dell’ asta vii ile
fino a un certo segno , oltre a cui non è così che possa penetra-
re, furibondo torna a abbandonar la povera moglie . Essa la mat-
tina , piangente , senza nulla conferir con i suoi , viene a sfogar
meco il suo dolore , e a pregarmi d’ esaminar cos’ è il suo male 5
e di rimediarvi .
4- Dopo le opportune interrogazioni passai all’ esplorazio-
ne , e per le prime ricavai , che I.® nel congresso a lei non man-
ca la commozione voluttuosa accompagnata dall’ uscita di qual-
che liquido proprio ; ma finisce con dolore . IL® Non manca la
mestruazione regolare benché scarsa . III.® Ammette il maschio,
ma arrivato a un certo segno ella soffre come se ai di dentro le si
stracciassero le viscere , senza peiò dar sangue. IV.® Non à mai
avuto altro male nella natura eccetto quello che le avea fatto
provare il Chirurgo nell’ aprire, nel toccare, nell’ introdur ferri,
nel medicare , e finì per dire eh’ era disperata .
5. L’ esplorazione m’ insegnò , che veramente le parti geni-
tali esteriori tutte erano in buono stato per una donna maritata ;
le coruncùle mirtiformi turgide livide , 1 ’ interior delia vagina
spongioso e caldo pel gagliardo combattimento notturno recente ;
non però stretto di modo che le due dita indice e mezzano libe-
ramente non vi scorressero per li due terzi della lunghezza loro .
A tale profondità 1’ indice era arrestato da im volto carnoso ru-
goso , che formava come dicesi il fondo d’ un sacco chiuso per
ogni verso , dove non s’ incontrava nulla affatto nè di collo della
matrice , nè di muso di tinca , nè d’ orificio che conducesse nel
corpo di quella viscera .
6 . Ognun è persuaso, che rinnovai I’ esplorazione collocan-
do la Donna in diverse situazioni , segnando col polpastrello del
dito tutti i punti ove mi parca di sentir qualche cosa di caverno-
so.
22
iSo , e là introdussi delicatamente con V altra mano la tenta ottu-
sa^ che in nissun luogo più oltre s’à potuto insinuare .
Y- Usai ogni diligenza a investigar se al di là di quel volto
si sentisse o collo, o corpo d’utero : compressi il ventre con for-
za per avvicinarlo al dito esploratore desideroso di assicurarmi
se col taglio , con la paracentesì di quel fondo , o in qualunque
altra guisa mai si fosse potuto rimuoveie quelTostacolo alla copu-
la , e alla fecondazione . Tutto fu inutile; nissun lume ne trassi
sulT esistenza della matrice ; nulla che mi potesse dirigere a
suggerir o intraprendere qualche utile operazione .
8 . Pre gai la Donna, che mi mandasse il suo Sposo per in-
terrogar anche lui , nè mai si è lasciato vedere : nè tampoco da’
Genitori di Lei ò potuto ricavar notizia relativa allo stato delle
parti genitali della Figlia prima che fosse data a marito .
9 . Non hdandorni della prima esplorazione dopo l’accenna-
to congresso notturno ( 3 e 5 ) per cui gli organi potevano esser
alterati , la Donna otto dì dopo, così da me avvisata , ritornò da
me che tusingavami pure di trovar qualche via tortuosa , angu-
sta 5 ohhliqua , comunque , la qual jxitesse dare adito dalla vagi-
na alfutero sì , che si potesse allargare col taglio, o con la dilata-
zione . Impiegai vari specilli ottusi di grossezza e forma difì'ei en-
te ; nè questi mi fecer scuoprir nulla . Per la qual cosa licenziai
la Donna consolandola con assicurarla, che non avrebbe a soffrir
mai nulla di ciò che soffron le gravide , e le partorienti , men-
tre che le sue parti genitali si trovassero nello stato presente .
10. Anche qui pare che V Arte non abbia argomenti da
g'ovare : e sul dubbio che per qualche cosa venisse in capo a ta-
luno di sperimentare, domanderei; con qual lusinga? su qual fon-
damento ? La Donna à tutte le parti del suo corpo quali debbo
averle una femmina la meglio costrutta . Petto largo ; clavicole
nascoste : poppe grandi e dure ; cappezzoli alti e grossi ; areole
larghe , granellose , un pò fosche a’ tempi della mestruazione re-
golare , non abbondante : catino largo : natiche elevate : ginoc-
chi convergenti : voce femminile ; niente di pelo oscuro al lab-
bro superiore , nè al perinèo . Tutto esclude il rovesciamento
del-
dello scroto indentro e in sù , dei quale aLLiamo trattato in ima
dissertazione impressa negli Atti della Società su tale argo-
mento .
1 1 . Chi sa quale tratto di vagina qui rimane chiuso in alto?
Chi sa se abbia F utero ? se questo sia aperto in basso ^ Se il col-
lo del medesimo, e la vagina ©strutta non fanno un corpo sodo
solo ?
12,. Fiatanti dubbi, con tal organizzazione davanti agli oc-
chi non mi resta fuorché a ricorrere a’ Pratici, e interrogarli a
qual partito uom possa in simile circostanza appigliarsi ? Altri-
menti io inclino a una total inazione » ^ •
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